9) Servire il Maestro Spirituale.


Quando qualcuno prende rifugio ai piedi di loto di un Maestro Spirituale e serve la sua missione con tutto il cuore, la sua identità e la sua esistenza vengono purificate del tutto.

Non c’è niente di più grande che uno possa fare in questa vita. Specialmente quando si è un brahmacari, una brahmacarini o un sannyasi, una persona non ha altro dovere che servire il Maestro Spirituale. Per un grhasta può essere differente, perché loro devono ottemperare anche a molte altre questioni ma, in essenza, la meta è una sola, che consiste nel diventare uno strumento del Maestro Spirituale, indipendentemente dalla posizione sociale uno si trovi.
Ascoltare queste grandi anime e aver ricevuto il loro darshan è stato qualcosa di meraviglioso. In certe occasioni ho avuto la possibilità di associarmi con alcuni servitori intimi del mio Gurudeva, e apprezzare l’attitudine di resa che essi avevano. Però notavo anche le difficoltà che avevano, perché non sempre è facile ricordare il guru e Krishna. Ci sono sempre delle sfide, e vediamo sempre che alcuni lottano e altri si allontanano dal sentiero ma, nonostante ciò, vediamo anche altri che dopo essere scivolati, si rialzano di nuovo e si fortificano prendendo pieno rifugio nel loro Maestro.
Troviamo un forte spirito di indipendenza in ogni anima, e anche molta invidia. Per vincere questa indipendenza, dobbiamo diventare del tutto dipendenti della grazia del Maestro Spirituale. Quando lui noterà la nostra dipendenza, ci dirá: “Adesso che possiedi questo intenso sentimento di dipendenza, agisci in forma indipendente, affinché possa espandere la Coscienza di Krishna”. Questo è l’amore e la fiducia che discende su di noi.
La relazione con il Maestro Spirituale si basa nell’amore e nella fiducia, e quando qualcuno si è arreso con sincerità, guadagnerà la fiducia del Maestro Spirituale.