Quando qualcuno prende rifugio ai piedi di loto di un Maestro Spirituale e serve la sua missione con tutto il cuore, la sua identità e la sua esistenza vengono purificate del tutto.
Non c’è niente di più grande che uno possa fare in questa
vita. Specialmente quando si è un brahmacari, una brahmacarini o un sannyasi, una
persona non ha altro dovere che servire il Maestro Spirituale. Per un grhasta può
essere differente, perché loro devono ottemperare anche a molte altre questioni
ma, in essenza, la meta è una sola, che consiste nel diventare uno strumento
del Maestro Spirituale, indipendentemente dalla posizione sociale uno si trovi.
Ascoltare queste grandi anime e aver ricevuto il loro
darshan è stato qualcosa di meraviglioso. In certe occasioni ho avuto la
possibilità di associarmi con alcuni servitori intimi del mio Gurudeva, e
apprezzare l’attitudine di resa che essi avevano. Però notavo anche le
difficoltà che avevano, perché non sempre è facile ricordare il guru e Krishna.
Ci sono sempre delle sfide, e vediamo sempre che alcuni lottano e altri si
allontanano dal sentiero ma, nonostante ciò, vediamo anche altri che dopo
essere scivolati, si rialzano di nuovo e si fortificano prendendo pieno rifugio
nel loro Maestro.
Troviamo un forte spirito di indipendenza in ogni anima, e
anche molta invidia. Per vincere questa indipendenza, dobbiamo diventare del
tutto dipendenti della grazia del Maestro Spirituale. Quando lui noterà la
nostra dipendenza, ci dirá: “Adesso che possiedi questo intenso sentimento di
dipendenza, agisci in forma indipendente, affinché possa espandere la Coscienza di Krishna”. Questo
è l’amore e la fiducia che discende su di noi.
La relazione con il Maestro Spirituale si basa nell’amore e
nella fiducia, e quando qualcuno si è arreso con sincerità, guadagnerà la
fiducia del Maestro Spirituale.